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Quali normative si prendono in considerazione quando si parla di Dispositivi Protezione Collettiva?

Prima di iniziare a trattare le normative che devono essere prese in considerazione quando si parla di Dispositivi di Protezione Collettiva, è necessario sapere cos’è un DPC.

Per Dispositivo di Protezione Collettiva si definisce un sistema fruibile da tutti, atto a ridurre o eliminare il pericolo presente in quel determinato ambiente, intervenendo direttamente sulla fonte. Nello specifico il Dispositivo di Protezione Collettiva in un laboratorio è un sistema atto a ridurre o eliminare il rischio d’esposizione del lavoratore e la contaminazione ambientale, intervenendo direttamente sulla fonte inquinante.

Quali sono i DPC

Fanno parte dei Dispositivi di Protezione Collettiva le cappe biohazard, le cappe da chimica ad espulsione totale e le cappe da chimica a ricircolo interno. Da segnalare anche gli armadi di sicurezza, gli aspiratori localizzati e i braccetti mobili.

Dispositivi per la protezione del rischio biologico

Partiamo dal rischio biologico: abbiamo una norma che ne vincola a livello europeo la costruzione e la manutenzione. Parliamo della UNI EN 12469, che divide in tre macro categorie le cappe: sono le cappe biohazard di classe I, le cappe biohazard di classe II e le cappe di classe III

Dispositivi per la protezione del rischio chimico

Cappe chimiche ad espulsione totale
Anche in questo caso abbiamo la normativa europea che vincola la costruzione e manutenzione di questa cappa, la UNI EN 14175, aggiornata nel 2019 a livello europeo. Da segnalare che nel 2018 è stata emessa una tecnical sheet italiana, la quale ci dà dei limiti di esposizione dell’operatore, la UNI TS 11710.

Cappa chimica a ricircolo interno dell’aria
Questa è una cappa particolare che serve per manipolare piccole quantità di chimico, grazie alla presenza di un filtro carbone. In Italia non abbiamo nessuna norma per la manutenzione e la costruzione di queste cappe, quindi ci si affida totalmente al manuale d’uso del produttore. Esistono però diverse normative francesi (AFNOR NF X15 – 211) o inglesi (BS7989) alle quali potersi appoggiare. È corretto aggiungere che la normativa non viene percepita in Italia per via del difficile monitoraggio della saturazione del filtroTuttavia esse non sono vietate e si possono utilizzare per piccole manipolazioni: basta fare un corretto documento di valutazione del rischio.

Armadi di stoccaggio di sicurezza antincendio
Esistono due tipi di armadi di sicurezza per il laboratorio:

  • Armadi di stoccaggio di sicurezza per liquidi infiammabili_ la normativa di riferimento è la 14470-1
  • Armadi di sicurezza per bombole di gas pressurizzato_ la normativa di riferimento è la 14470-2

Aspiratori localizzati e cappe a baldacchino
Possiamo definire DPC anche gli aspiratori localizzati e le cappe a baldacchino, in quanto anche loro vanno ad agire direttamente sulla fonte del pericolo minimizzandola o eliminandola. In questo caso, per verificarne l’efficacia, ci si appoggia alla linea guida UNICHIM 192/3.

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