Cos’è?

Le cappe da chimica, generalmente costituite da una cabina chiusa dotata di uno schermo frontale apribile in cui si eseguono manipolazioni e trattamenti che generano una diffusione di vapori tossici, sono uno strumento fondamentale per la protezione in laboratorio dell’operatore dal rischio di inalazione di sostanze chimiche volatili nocive alla salute.
Le cappe da chimica a ricircolo ambientale o filtrazione molecolare, nello specifico, sono una soluzione tecnica conveniente ove non sia possibile canalizzare all’esterno dell’edificio l’aria trattata.
In queste cappe, l’aria che entra attraverso l’apertura frontale ad una velocità che garantisce una depressione sufficiente ad impedire qualsiasi fuoriuscita delle sostanze tossiche utilizzate, rimuove il contaminante presente nella cappa, trasportandolo con un flusso d’aria ascendente nella parte superiore della cabina, dove passa attraverso un prefiltro (che ha il compito di eliminare dall’aria il particolato) e infine attraverso un filtro a carbone attivato, il quale rimuove il contaminante dal flusso d’aria e ne permette la re-immissione in ambiente.
Sebbene siano una soluzione alternativa al classico impianto d’aspirazione, il sistema aeraulico di contenimento e la capacità di ritenzione dei gruppi filtranti hanno raggiunto livelli di sicurezza tali da garantire prestazioni ottime e, abbinato ad un corretto programma di controlli e manutenzione dei filtri, possono rappresentare una valida alternativa ai sistemi tradizionali in moltissime applicazioni.

Manutenzione ordinaria? Quando e perché.

La manutenzione ordinaria su un dispositivo di protezione collettiva è fondamentale per garantire la salute dell’operatore e dei fruitori del laboratorio.
Il Decreto legge 81/08, nell’Articolo 71, obbliga il datore di lavoro a provvedere alla manutenzione periodica dei DPC al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza ma lascia alla sensibilità dell’RSPP e/o del datore di lavoro di definirne la cadenza.
I produttori di cabine, obbligati ad indicare nella documentazione tecnica la periodicità degli interventi di manutenzione ordinaria, si dividono in due scuole di pensiero: chi consiglia verifiche semestrali e chi verifiche annuali.

NON ESISTE UNA VERITA’ ASSOLUTA.

Bisogna valutare, caso per caso, cappa per cappa, diversi aspetti, quali:

  • Mole di utilizzo della cabina
  • Sostanze utilizzate sotto la medesima
  • Corretto utilizzo dell’operatore
  • Pulizia ambiente di lavoro
  • Stato di usura degli organi meccanici
  • Progressivo intasamento del pacchetto filtrante e prefiltrante
  • Presenza/frequenza di eventuali allarmi

Anni di esperienza sul campo, però, ci portano a consigliarvi per questa tipologia di eseguire una manutenzione semestrale, così da tenere continuamente monitorato il percorso di vita della cabina e della componentistica interna senza lasciare nulla al caso.

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