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Quali test è corretto eseguire sulla cappa biohazard?

Sviluppare un piano di manutenzione preventiva sulle cappe biohazard installate all’interno del vostro laboratorio, oltre ad essere richiesto dal D.Lgs. 81/08, è una pratica necessaria affinché le prestazioni dei vostri strumenti rimangano ottimali. In questo articolo andremo a ricapitolare ed analizzare quali sono i punti fondamentali che andrebbero considerati durante la verifica di una cabina di Classe II.

Verifica generale 

La verifica generale di una cappa biohazard è l’ispezione visiva dello stato di conservazione della cabina. Si valutano aspetti come il funzionamento delle lampade, l’integrità dei display, eventuali punti arrugginiti, se ci sono vetri rotti e così via.

Smoke test 

Ovvero indagare, mediante l’erogazione di fumo inerte, la presenza di turbolenze che potrebbero disturbare il corretto funzionamento della barriera di protezione frontale all’interno del laboratorio / sul fronte cappa e che la laminarità del flusso d’aria sul piano di lavoro venga rispettata. C’è da evidenziare che questa tipologia di test NON genera un dato scientifico-numerico ma, agli occhi di un tecnico esperto, fornisce buonissime indicazioni visive.

Velocità del flusso dell’aria

Test molto importante. Prescritto e descritto dalla norma europea EN 12469, la quale sottolinea che i flussi per essere efficaci devono rientrare all’interno di parametri di velocità ben definiti, ci permette di appurare la congruità del flusso laminare sul piano di lavoro e in ingresso alla barriera di protezione frontale.

Verifica dell’integrità dei filtri

Spesso sottovalutato, il Leak o DOP Test è la prova più importante che dev’essere svolta in sede di manutenzione ordinaria della vostra cappa biologica in quanto è l’unico controllo che ci consente di indagare, mediante il grado di efficienza del filtro HEPA di espulsione, se la cappa disperde in ambiente il pericoloso materiale manipolato all’interno. Difatti in testa alla cappa è installato un filtro hepa che ha il compito di filtrare l’aria contaminata prima che questa venga rimessa in ambiente di lavoro. Capirete bene che se questo filtro non è perfettamente performante, tutto ciò che di pericoloso viene manipolato sotto cappa, ritorna in maniera rischiosa nel laboratorio. Il filtro Hepa in estrazione, insieme alla barriera di protezione frontale, è l’unico “ostacolo” che trova il patogeno per uscire dalla cappa, e quindi intaccare il laboratorio e l’operatore.  Effettuare il DOP test non è semplice né economico ma sempre necessario.

Conta particellare

La verifica della classe di contaminazione, comunemente chiamata conta particellare, è un test che ci consente di conoscere la quantità di particelle contaminanti presenti all’interno dell’area di lavoro. La prova consiste nel posizionare il contaparticelle (uno strumento a laser) sul piano di lavoro e attendere che questo conti il particolato presente. Confrontando il dato originato con una tabella fornita dalla normativa ISO14644 o la tabella fornita dalla GMP, potremmo conoscere la classe di contaminazione all’interno della quale rientra la nostra cappa biohazard. Solitamente viene richiesta la Grade A se si parla di GMP o la ISO 5 se si parla di ISO.

Verifica degli allarmi

Anch’essa estremamente importante, la verifica degli allarmi si esegue simulando un guasto alla cabina per capire se l’allarme visivo/sonoro interviene per avvisare l’operatore. È giusto ricordare che la normativa UNI EN 12469, testo che vincola la costruzione e la manutenzione delle cappe biohazard, impone che i parametri più sensibili debbano essere monitorati costantemente dalla cappa stessa, così che si possa avvisare l’operatore di un eventuale guasto.

Test che riguardano l’ergonomia dello strumento

Altri due test che possono essere svolti riguardano l’ergonomia di lavoro all’interno dello strumento e all’interno del laboratorio. Sono la verifica dell’illuminazione del piano di lavoro e il calcolo della rumorosità emessaLa prima serve a verificare che vi sia un’illuminazione adeguata che consenta all’operatore di non sforzare la vista, la seconda invece serve a capire se il rumore prodotto dalla cabina all’interno del laboratorio è eccessivo per l’utilizzo prolungato di quest’ultima.

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