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Quali test eseguire sulla cappa chimica?

Molte volte è capitato, durante l’attività di verifica di una cappa chimica, che ci venissero poste domande del tipo: “Perché fai quelle prove?” Oggi andiamo ad approfondire cosa significa verificare una cappa chimica e che cosa effettivamente si fa nello specifico.

Parto col dire che la Verifica preventiva di un Dispositivo di Protezione Collettiva (come la cappa da Laboratorio) ha lo scopo di attestare il mantenimento delle caratteristiche prestazionali dello strumento. Questo perché, ai sensi dell’art. 71, comma 4, lettera a) del D.Lgs. 81/08, ogni datore di lavoro deve mettere a disposizione dei propri dipendenti attrezzature adeguate e garantire nel tempo la rispondenza alle caratteristiche tecniche e di funzionamento originali. Ma scendiamo nel pratico.

Verifica generale della parte meccanica

Le cappe chimiche ad estrazione totale hanno un’elettronica ridotta ma una meccanica discreta. La verifica generale della cappa da chimica consiste nell’andare a verificare dall’integrità della verniciatura allo stato delle superfici, dalla presenza attiva della protezione contro gli schizzi accidentali alla condizione delle funi saliscendi, dal funzionamento dei blocchi meccanici anticaduta dei saliscendi fino alla situazione delle utenze acqua e gas.

Smoke test su cappe chimiche ad estrazione totale

Lo smoke test viene eseguito erogando una sostanza tracciante inerte (tipicamente è un fumo a freddo) nelle vicinanze dei punti critici della cappa. Si indaga dunque, all’interno della camera di lavoro e in prossimità dell’apertura frontale, dall’esterno all’interno e dall’interno all’esterno. La prova non ci restituisce un dato numerico né scientifico. È un test visivo che, se effettuato da professionisti, fornisce un ottimo riscontro sull’andamento dei flussi consentendoci facilmente intendere se:

  • al suo interno vengono trattenuti i vapori generati sul piano di lavoro;
  • all’esterno sono presenti correnti tangenti che potrebbero andare a danneggiare la barriera frontale.

Test di contenimento

Innanzitutto il contenimento di una cappa chimica è la capacità di trattenere al suo interno i vapori generati sul piano di lavoro evitando che questi fuoriescano spargendosi per il laboratorio.

Il test di contenimento serve a capire in maniera scientifica in che misura questa capacità di bloccare i vapori generati al suo interno sia efficace. Si evidenzia che la normativa di riferimento per le cappe da chimica ad estrazione totale, la UNI EN 14175, consiglia di effettuarlo una volta all’installazione e non designa nessuna velocità frontale dell’aria alla quale dovrebbe andare la cappa per essere conforme marcando solamente il concetto che la cappa deve avere il contenimento per essere idonea all’utilizzo.

Senza test di contenimento non sapremo mai a che velocità deve andare la cappa!

In maniera pratica il test viene suddiviso in 3 configurazioni abbinabili tra loro:

  • INNER PLAN: il test si esegue posizionando lo strumento di campionamento in un punto specifico dell’apertura frontale, in modo da simulare l’esposizione dell’operatore in quel punto e di conseguenza il contenimento nella zona indagata.
  • OUTER PLAN: misura la concentrazione contemporaneamente su tutta la superficie del piano frontale esterno della cappa, facendo la media su un numero variabile di punti a seconda della larghezza dello strumento testato, per verificare che non ci sia una dispersione del tracciante.
  • ROBUSTNESS TEST: viene eseguito disponendo le sonde di campionamento come per il test “Outer Plan”, con l’aggiunta di un fattore di disturbo: una vela viene fatta muovere avanti e indietro parallelamente all’apertura frontale, alla velocità di circa 1m/s, simulando il passaggio di una persona dietro all’operatore che lavora.

Quindi la verifica del flusso dell’aria frontale è inutile?

  1. Diciamo solo che se non abbiamo un parametro di riferimento assegnato dal test di contenimento, non sapremo mai se questa è idonea al tipo di utilizzo.

Velocità flusso dell’aria

Questo parametro si verifica calcolando la Velocità dell’aria aspirata sul fronte cappa ponendo il saliscendi a 50cm dal piano di lavoro o, se non possibile, nella più alta posizione consentita.

Verifica del funzionamento degli allarmi

Davvero fondamentale, la verifica del funzionamento degli allarmi, viene svolta da professionisti che simulano le situazioni critiche per verificare che si attivino i segnali sonori e visivi. Secondo normativa UNI EN 14175, tutte le cappe chimiche dovrebbero avere gli allarmi. Se la vostra ne è sprovvista sappiate che sono dei sistemi molto semplici da installare anche a posteriori

Altri test opzionali non prescritti dalla normativa 14175, ma richiesti per monitorare il comfort dell’operatore, sono:

  • Test della rumorosità dell’ambiente;
  • Test dell’illuminazione del piano di lavoro.

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