Cos’è?

Il CONTENIMENTO di una cappa chimica è la capacità di trattenere i vapori tossici generati al suo interno. Spesso si pensa “basta che la cappa tira ed io sono protetto”, oppure “la mia cappa è certificata quindi va bene”.

NON E’ COSI’, NON TUTTE LE CAPPE CHIMICHE HANNO CONTENIMENTO!

Questo perché ci sono diverse varianti da calcolare, come ad esempio:
– Velocità frontale del flusso dell’aria. Non basta un flusso alto per esser protetti. Un flusso molto alto spesso porta turbolenze e fuoriuscita di materiale che va ad investire l’operatore, annullando l’efficacia della cappa;
– Correnti d’aria tangenti alla barriera frontale. Una corrente d’aria tangente alla barriera frontale della cappa di 0,2 m/s, simulabile con il passaggio di un operatore a circa 1 metro, oppure simulabile con l’aria del climatizzatore puntata sull’apertura frontale, può creare turbolenze e fuoriuscita di materiale che va ad investire l’operatore;
– Ambiente d’installazione della cappa. Una cappa con un flusso potenzialmente adeguato, installata in un ambiente non conforme mette in pericolo gli operatori.
Ecco perché la normativa UNI EN 14175 RACCOMANDA SEMPRE DI TESTARE IL CONTENIMENTO DELLA CAPPA NEL LUOGO D’INSTALLAZIONE, per avere la certezza che l’utilizzatore e delle persone presenti nel Laboratorio siano protetti.

Esistono tre diversi tipi di test di contenimento, che vengono eseguiti utilizzando come tracciante l’esafloruro di zolfo (sf6) e come strumento campionatore uno spettrofotometro:

INNER PLAN: il test si esegue posizionando lo strumento di campionamento in un punto specifico dell’apertura frontale, in modo da simulare l’esposizione dell’operatore in quel punto e di conseguenza il contenimento nella zona indagata.

OUTER PLAN: misura la concentrazione contemporaneamente su tutta la superficie del piano frontale esterno della cappa, facendo la media su un numero variabile di punti a seconda della larghezza dello strumento testato, per verificare che non ci sia una dispersione del tracciante.

ROBUSTNESS TEST: viene eseguito disponendo le sonde di campionamento come per il test “Outer Plan”, con l’aggiunta di un fattore di disturbo: una vela viene fatta muovere avanti e indietro parallelamente all’apertura frontale, alla velocità di circa 1m/s, simulando il passaggio di una persona dietro all’operatore che lavora.
La normativa europea non pone limiti di concentrazione per i test di contenimento, ma lascia al Datore di Lavoro o RSPP il compito di stabilire se quel contenimento è accettabile o meno e per quanto tempo un operatore può lavorare sotto quella specifica cappa.
Va aggiunto che l’UNI ha redatto un technical sheet, UNI TS 11710-2018, che stabilisce i valori limite per i test di contenimento delle cappe chimiche:

  • INNER PLAN: 0,1 ppm
  • OUTER PLAN: 0,1 ppm
  • ROBUSTNESS TEST: 0,3ppm

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